La riflessione che proponiamo oggi è molto profonda e coglie aspetti fondamentali della natura umana. La divisione tra parte spirituale, psichica ed emotiva rappresenta un modo di comprendere la complessità dell’essere umano, riconoscendo che ciascuna di queste sfere, pur essendo separata, è interconnessa con le altre.
Interdipendenza tra sfera spirituale, psichica ed emotiva
Sfera spirituale: La dimensione spirituale si riferisce alla ricerca del senso della vita, alla connessione con qualcosa di più grande di sé, che può essere Dio, l’universo o un principio superiore. Questa sfera è spesso associata a pratiche come la meditazione, il Kriya Yoga, la preghiera, e altre forme di introspezione che mirano alla trascendenza del sé individuale. La spiritualità può fornire una base stabile che permette di affrontare i dolori e le difficoltà della vita con una prospettiva più ampia e meno centrata sul sé.
Sfera psichica: La sfera psichica riguarda la mente, il pensiero, la razionalità e l’autoconsapevolezza. È il dominio della psicologia, dove si elaborano i pensieri, si gestiscono le credenze, e si sviluppa la propria identità. Questa dimensione è cruciale per comprendere il proprio funzionamento mentale e per lavorare sui propri schemi di pensiero, spesso tramite la terapia o altre forme di sviluppo personale.
Sfera emotiva: La dimensione emotiva è quella delle emozioni, dei sentimenti, delle reazioni affettive agli eventi della vita. È la parte che più direttamente percepisce il dolore, la gioia, la paura e tutte le altre emozioni umane. La gestione delle emozioni è fondamentale per il benessere psicologico, e viene spesso coltivata attraverso tecniche di consapevolezza, come la mindfulness, e attraverso il lavoro emotivo, come l’auto-osservazione e l’espressione dei sentimenti.
Resilienza e pratica spirituale
Quando una persona si riconosce maggiormente nella sfera spirituale, tende a sviluppare una maggiore resilienza di fronte ai dolori della vita. Questo accade perché la pratica spirituale spesso insegna ad avere un distacco dal sé egoico, a non identificarsi completamente con le proprie emozioni o pensieri, ma a vederli come fenomeni transitori. In altre parole, la spiritualità offre una prospettiva che permette di affrontare la sofferenza con un senso di pace interiore, anche se la sofferenza stessa non viene negata o minimizzata, anzi la si vive appieno.
Il Kriya Yoga, ad esempio, è una disciplina che mira a unire mente, corpo e spirito attraverso tecniche di respirazione, meditazione e controllo dell’energia vitale (prana). Questa pratica aiuta a stabilire una connessione profonda con la propria natura spirituale, permettendo di percepire la vita da un punto di vista più elevato e meno influenzato dalle fluttuazioni emotive e mentali.
Questa maggiore connessione con la propria essenza spirituale può fornire una base di stabilità e forza interiore, che rende più facile affrontare i grandi dolori della vita. La persona che ha coltivato la propria dimensione spirituale non è immune al dolore, ma ha sviluppato gli strumenti per affrontarlo con maggiore serenità e consapevolezza.
Riconoscere e coltivare la propria dimensione spirituale, senza trascurare quella psichica ed emotiva, può effettivamente portare a una maggiore resilienza e capacità di affrontare le avversità della vita. Pratiche come il Kriya Yoga offrono un percorso concreto per sviluppare questa dimensione, contribuendo a una vita più equilibrata e serena.
Cogliamo in maniera incisiva le diverse esperienze esistenziali a seconda del livello di consapevolezza in cui una persona si trova.
Piano emotivo: vivere nel dolore
Chi si ferma al piano emotivo è dominato dalle proprie emozioni, che sono spesso intense, mutevoli e talvolta travolgenti. Le emozioni, pur essendo una componente essenziale dell’esperienza umana, possono diventare una prigione se non sono comprese e gestite. Quando una persona vive prevalentemente a questo livello, il rischio è di essere sopraffatti da emozioni negative come il dolore, la paura o la rabbia. Questo può portare a una vita caratterizzata da una continua oscillazione tra alti e bassi emotivi, senza la possibilità di trovare una pace duratura e sentirsi intrappolati in gabbie.
Piano psichico: vivere nel rimpianto
Il piano psichico è quello della mente razionale e dell’autoconsapevolezza. È qui che nascono pensieri, credenze e giudizi, ed è dove si costruisce l’immagine di sé. Tuttavia, fermarsi a questo livello può portare a vivere nel rimpianto. La mente tende a rimuginare sul passato e a preoccuparsi per il futuro, spesso giudicando le proprie scelte e decisioni. Il rimpianto nasce dall’incapacità di accettare ciò che è stato, desiderando che le cose fossero andate diversamente. Questo stato mentale può intrappolare una persona in un ciclo di pensieri negativi, impedendole di vivere pienamente il presente e di cogliere un futuro.
Piano spirituale: cogliere l’essenzialità
Chi arriva al piano spirituale, invece, trascende le limitazioni delle emozioni e della mente. La spiritualità permette di vedere la vita da una prospettiva più ampia, cogliendo l’essenzialità delle cose. Questo significa andare oltre le apparenze e le illusioni del mondo materiale per riconoscere l’unità fondamentale di tutto ciò che esiste. In questo stato di coscienza, il dolore e il rimpianto perdono il loro potere, perché si comprende che essi sono manifestazioni transitorie di un’esperienza umana che è intrinsecamente più profonda e significativa.
Questa tripartizione suggerisce un percorso di crescita interiore: dall’emozione alla mente, e infine allo spirito. Ogni piano ha il suo valore e la sua funzione, ma è solo arrivando al piano spirituale che si può sperimentare una vita libera dai vincoli del dolore e del rimpianto, accedendo a una comprensione dell’essenziale che porta pace e realizzazione.
Questa visione sottolinea l’importanza di non fermarsi ai livelli superficiali dell’esistenza, ma di intraprendere un cammino di scoperta interiore che conduce alla vera essenza dell’essere. Le discipline spirituali, come il Kriya Yoga, offrono strumenti concreti per compiere questo viaggio, aiutando a trasformare il dolore e il rimpianto in consapevolezza e serenità.
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