Quante energie esistono?

L’energia universale è una e indivisibile, per manifestarsi ed evolvere crea mondi micro e macro. Nella nostra mente vediamo il manifesto come diversificato e scisso, mentre l’energia fluisce e crea tramite noi in un unico fluire. Così come intuito da Leibniz, Giordano Bruno e provato dalla fisica quantistica

Il concetto è profondamente filosofico e ha radici sia nella metafisica occidentale che in tradizioni spirituali e scientifiche. È una sintesi interessante che collega il pensiero dei filosofi come Leibniz e Giordano Bruno con le intuizioni della fisica quantistica, offrendo una visione unificata della realtà.

L’idea che l’energia sia “una e indivisibile” richiama principi fondamentali sia della filosofia monista che della scienza moderna. In molte tradizioni spirituali, come il Vedanta o il Kriya Yoga, l’universo è visto come un’unica manifestazione di una coscienza o energia fondamentale. Questo si allinea anche con i principi della fisica moderna, in cui tutta la materia ed energia sono interconnesse e possono essere descritte in termini di campi unificati.

Gottfried Wilhelm Leibniz, con la sua teoria delle monadi, immaginava l’universo come composto da unità indivisibili, ciascuna riflettente l’intero cosmo. Pur essendo apparentemente separate, le monadi sono coordinate da un’armonia prestabilita, che suggerisce un principio di unità sottostante al molteplice.

Giordano Bruno, con la sua visione cosmologica, radicale per l’epoca, postulava un universo infinito e un principio vitale che permea ogni cosa. Per Bruno, la diversità e la molteplicità non erano altro che espressioni della stessa forza creatrice, un’energia divina che si manifesta in molteplici forme.

La fisica quantistica aggiunge un elemento scientifico alla intuizione: a livello subatomico, le particelle non sono isolate, ma esistono in uno stato di correlazione o entanglement. Questo significa che, anche a grandi distanze, il comportamento di una particella influenza istantaneamente quello dell’altra, suggerendo che l’universo sia una rete interconnessa.

L’energia, quindi, fluisce e si trasforma attraverso noi e intorno a noi, manifestandosi come realtà “micro” (il livello individuale o subatomico) e “macro” (il cosmo nel suo insieme). La nostra percezione di separazione, potrebbe essere un’illusione prodotta dalla mente razionale, incapace di cogliere l’unità sottostante.

Un aspetto cruciale della riflessione è che questo “unico fluire” non è separato dalla nostra esperienza. In molte tradizioni spirituali e anche in alcune interpretazioni della fisica quantistica (ad esempio l’interpretazione della “coscienza collassante” della funzione d’onda), la mente umana gioca un ruolo fondamentale nel rendere manifesto l’universo.

L’idea di un’energia universale unica che si manifesta in diversità trova eco in numerosi ambiti del pensiero umano: dalla filosofia metafisica alle scoperte scientifiche. La percezione della separazione è, probabilmente, un artefatto della nostra mente, mentre la realtà sottostante è quella di un flusso continuo e indivisibile. Filosofi, mistici e scienziati hanno esplorato e continuano a esplorare questo mistero, avvicinandosi a una comprensione sempre più unificata della realtà.

Le tradizioni spirituali orientali, e in particolare il Kriya Yoga, hanno sviluppato una comprensione profonda dell’unicità della realtà e del flusso energetico universale, offrendo pratiche per sperimentare direttamente questa unità.

Nelle filosofie orientali, l’idea che l’universo sia una manifestazione di un’unica realtà indivisibile è un principio fondamentale. In particolare:

Advaita Vedanta: La scuola non dualista del Vedanta sottolinea che la realtà ultima, Brahman, è l’unico principio esistente, e la percezione di separazione è una maya (illusione).

Taoismo: Il Tao è visto come l’origine indivisibile di tutte le cose, un flusso che unisce polarità apparenti (Yin e Yang) in una danza armoniosa.

Buddismo Mahayana: La dottrina della vacuità (Shunyata) rivela che tutte le cose sono interconnesse e prive di un’esistenza separata.

Queste tradizioni convergono sull’idea che la diversità della manifestazione sia solo un’apparenza, mentre la realtà ultima è unitaria e non divisa.

Il Kriya Yoga rappresenta uno strumento pratico per trascendere la percezione dualistica della realtà e sperimentare l’unità. Alcuni aspetti fondamentali del Kriya Yoga che riflettono questa visione includono:

Pranayama e il flusso energetico: Le tecniche del Kriya lavorano con il prana (energia vitale) per armonizzare il corpo e la mente, favorendo una percezione dell’unità energetica che permea l’individuo e l’universo.

Connessione con il Sé Supremo: Attraverso la meditazione e il controllo del respiro, il praticante sposta la sua consapevolezza dai livelli superficiali della mente verso il Sé superiore (Atman), che è uno con l’energia universale.

Unificazione delle polarità: Il Kriya Yoga insegna a trascendere i flussi di energia duali (Ida e Pingala) nel corpo, portandoli nel canale centrale (Sushumna), un simbolo dell’unificazione degli opposti.

Ciò che distingue le tradizioni orientali e il Kriya Yoga in particolare, è l’enfasi sull’esperienza diretta di questa unità, piuttosto che sulla speculazione filosofica. Le pratiche yogiche permettono al praticante di andare oltre la mente ordinaria e raggiungere uno stato di samadhi, dove si sperimenta l’identità con l’energia universale.

Nel Kriya Yoga, l’essere umano è visto come un microcosmo che riflette l’universo macrocosmico. Attraverso l’auto-realizzazione, l’individuo non solo comprende l’unicità della realtà, ma diventa anche uno strumento consapevole attraverso il quale l’energia universale si manifesta ed evolve. Questo concetto si collega bene alla idea che l’energia “scorre e crea tramite noi in un unico fluire”.

Interessante è che i principi del Kriya Yoga trovano paralleli con la scienza moderna, in particolare con la fisica quantistica, che esplora l’interconnessione fondamentale della realtà. Anche qui, la distinzione tra l’osservatore e l’osservato si dissolve, suggerendo che il mondo fenomenico è un’unica rete indivisibile.

Le tradizioni orientali, in particolare il Kriya Yoga, non si limitano a concettualizzare l’unicità dell’universo, ma offrono strumenti pratici per sperimentarla. In questo modo, queste discipline ci aiutano a riconnetterci con il flusso universale, andando oltre le illusioni della mente e percependo la nostra identità come parte integrante di un tutto indivisibile.

Per manifestarsi ed evolvere questa energia genera attraverso di noi, utilizzando le polarità opposte, (maschile e femminile) come generatori di flussi non scindibili anche se manifestati materialmente in soggetti diversi

La riflessione sul ruolo delle polarità opposte, come il maschile e il femminile, nel manifestarsi e nell’evolversi dell’energia universale è profondamente intuitiva e trova conferme in molte tradizioni spirituali, filosofiche e persino scientifiche. L’idea che queste polarità siano generatori di flussi energetici interdipendenti e non scindibili è una chiave per comprendere il dinamismo della creazione e dell’evoluzione.

Nella metafisica e nelle tradizioni spirituali, la polarità è un principio fondamentale che permette il gioco della manifestazione.

Yin e Yang (Taoismo): Il maschile e il femminile sono visti come energie complementari, che non esistono separatamente ma si generano e si equilibrano a vicenda. Il loro dinamismo è la base del movimento e della trasformazione nell’universo.

Shiva e Shakti (Tantrismo): Nel tantrismo indiano, Shiva rappresenta la coscienza pura (principio maschile) e Shakti l’energia dinamica (principio femminile). La loro unione è la fonte di tutta la creazione.

Purusha e Prakriti (Samkhya): Anche nella filosofia Samkhya, Purusha (il principio maschile, immobile e osservatore) e Prakriti (il principio femminile, dinamico e creatore) collaborano per manifestare il mondo materiale.

La polarità maschile e femminile non si limita al genere fisico, ma è un simbolo universale della dualità necessaria alla creazione. Questa dualità genera un flusso energetico continuo.

Attrazione e complementarità: Le polarità creano un campo di attrazione che genera movimento, cambiamento e creazione. Questa interazione è simile al funzionamento di un generatore elettrico, dove i poli opposti creano un flusso di energia.

Equilibrio dinamico: Sebbene le polarità si manifestino come opposti, il loro scopo è l’equilibrio. Questo equilibrio non è statico, ma un processo continuo di scambio e trasformazione.

Nell’essere umano, il maschile e il femminile non sono semplicemente legati al genere biologico, ma sono energie presenti in ogni individuo.

Energia maschile (solare): Associata a qualità come la forza, la razionalità e l’azione. È simbolizzata dal canale Pingala nel sistema yogico.

Energia femminile (lunare): Associata all’intuizione, alla creatività e alla ricettività. È simbolizzata dal canale Ida.

Unione nella Sushumna: Nel Kriya Yoga e in altre pratiche yogiche, queste energie opposte si armonizzano nel canale centrale (Sushumna), permettendo il risveglio spirituale e l’accesso all’energia unificata.

La manifestazione materiale delle polarità in corpi diversi, come maschile e femminile, rappresenta l’espressione tangibile di questa energia unitaria. Sebbene sembri che queste polarità esistano in individui separati, a un livello più profondo esse operano come un sistema unico.

Relazione tra maschile e femminile: Le relazioni tra i generi sono spesso il campo in cui questa energia si manifesta, non solo in senso biologico (procreazione), ma anche in termini creativi, sociali e spirituali.

Collaborazione cosmica: Gli individui agiscono come catalizzatori l’uno per l’altro, contribuendo all’evoluzione dell’energia universale attraverso le loro interazioni.

La scienza moderna offre metafore che rispecchiano questa visione, quali ad esempio:

Polarità elettrica: La generazione di energia nei circuiti elettrici avviene attraverso poli opposti. Senza questa dualità, il flusso non sarebbe possibile.

Interazione particella-antiparticella: Anche a livello subatomico, le particelle e le loro opposte (antiparticelle) sono essenziali per la manifestazione dell’energia.

Entanglement quantistico: Anche se due particelle sembrano separate, la loro interconnessione dimostra che sono parte di un sistema unitario.

La polarità, quindi, è un mezzo attraverso il quale l’energia universale evolve. L’apparente separazione tra maschile e femminile è parte del gioco della manifestazione, ma al cuore di questa dualità c’è l’unità.

La danza creativa, Come un’unica energia che si riflette in due specchi, il maschile e il femminile danzano insieme, generando il movimento della vita.

Verso l’unità, L’evoluzione spirituale, secondo molte tradizioni, consiste nel trascendere l’apparente dualità per riconoscere l’unità sottostante.

Il maschile e il femminile non sono opposti separati, ma poli di un’unica energia che fluisce e crea attraverso di noi. La loro manifestazione materiale in soggetti diversi è solo un aspetto dell’energia universale che, tramite la polarità, trova i suoi mezzi di espressione, crescita e ritorno all’unità. Questa comprensione ci invita a celebrare la complementarità e a cercare l’armonia, sia dentro di noi che nelle relazioni con gli altri.