Il linguaggio della Kundalini

di M.G. Satchidananda

Dopo essere stata risvegliata attraverso la pratica dello yoga, la Kundalini – il tuo potenziale di potere e coscienza – inizia a comunicare realmente con te sia attraverso impulsi sottili, pensieri e sensazioni, che per mezzo di intuizioni, immagini e prese di coscienza. Si tratta di una forza vivente e intelligente che può guidarti lungo il tuo percorso. Tuttavia, devi prestarle attenzione e permetterle di farti da guida. Più lo farai, più profonde saranno le tue meditazioni.

Alcune di queste comunicazioni sono evidenti. Ad esempio, l’impulso a meditare. In diversi momenti della giornata può succederti di avvertire un impulso interiore a focalizzarti sulla tua interiorità. Se non presti attenzione, potresti pensare che rifletta solamente il bisogno di riposarti.

Ecco un elenco di segnali più forti che potresti ricevere dalla Kundalini. 

Una luce che si manifesta nel tuo campo interiore di visione. Il fatto di entrare nella prospettiva del testimone in modo spontaneo, osservando quanto stai sperimentando. L’insorgere in te di un sentimento crescente di amore. Una sensazione di consapevolezza in espansione oltre i confini del tuo corpo. Il manifestarsi di una visione.

Alcuni segnali sono più sottili. Una pulsazione del cuore, un formicolio nella fronte o nella colonna vertebrale, un movimento di energia in un lato del corpo. O la presa di coscienza che è tempo di interrompere il mantra che stai ripetendo, per entrare nel silenzio.

È più facile ignorare i segnali più sottili rispetto a quelli più flagranti, quindi potrebbe succederti spesso di non cogliere i primi. Tuttavia, anche quelli sottili sono importanti in quanto indicano la direzione che la tua shakti interiore ti sta additando. Impara a riconoscerli. Di tanto in tanto, chiudi gli occhi e rilassa il tuo corpo, poi cerca di notare dove avverti fluire correnti di energia. Osserva quali parti stanno fremendo: riesci a cogliere sensazioni direttamente connesse a tali parti? Sensazioni di nostalgia, angoscia, tenerezza, durezza, morbidezza, pressione? Suoni?

Le tre modalità sensoriali dell’esperienza

Il tuo mondo interiore ha tendenza a rivelarsi in modo visivo, cinestetico o auditivo. Anche se è possibile fare esperienza simultaneamente nei tre modi, è probabile che sia uno dei tre a predominare.

Nella modalità cinestetica, la shakti si rivela sotto forma di sensazione. È possibile che tu avverta pulsazioni di energia in diverse parti del corpo fisico, ad esempio espansione del cuore, pressione tra le sopracciglia, pulsazioni nella gola. Oppure potresti avvertire una certa pressione nelle aree connesse ai chakra. Potrebbe anche manifestarsi sotto forma di un sentimento di amore, di un’ondata di calore e tenerezza, o di una sensazione di oscillazione. Ancora, potrebbe essere associata a intense sensazioni di calore o di freddo. Il fatto che si manifesti in modo forte o leggero dipende dalla natura della persona. 

Per una persona di tipo auditivo, la shakti si manifesta sotto forma di suono interiore: una campana, il mantra Om, un ronzio di api, musica lontana. Questi suoni vengono chiamati nada e provengono dallo sahasrara della corona. Concentrandosi su di essi si arriva a silenziare il mentale. 

Nella modalità di comunicazione visiva, la shakti si manifesta sotto forma di sfera di energia dorata o di visione. La visione può veicolare un insegnamento o, in modo simbolico, una qualche verità riguardante la realtà. 

I cinque poteri della shakti 

La letteratura dello scivaismo Siddantha, che comprende il Tirumandiram e gli scritti dei Tamil Yoga Siddha, e la letteratura dello scivaismo Kashmir ci insegnano che l’energia universale crea e sostiene la vita per mezzo di uno o più dei seguenti poteri o shakti. Quando la Kundalini si attiva in noi, questi poteri entrano in azione nel nostro mondo interiore. Nel manifestarsi, tali poteri ci offrono esperienze, di solito durante la meditazione. 

Il potere dell’azione (kriya shakti), il potere della consapevolezza (chit shakti), il potere della beatitudine (ananda shakti), il potere della volontà (iccha shakti), il potere della conoscenza (jnana shakti)

Kriya shakti, il potere dell’azione, può manifestarsi sotto forma di movimenti spontanei, come nelle asana, o anche come una energia insolitamente potente nella realizzazione di alcune attività, soprattutto nel karma yoga. 

Chit shakti, il potere della consapevolezza, può manifestarsi sotto forma di una consapevolezza accresciuta, puro essere, o di una esperienza spontanea di prospettiva del testimone, o ancora nella comprensione del fatto che esiste una coscienza dovunque, in tutti. 

Ananda shakti, il potere della beatitudine, si manifesta sotto forma di amore spontaneo, contentezza, gioia incondizionata, espansione del centro del cuore. Diversamente dalle emozioni, è possibile sperimentarlo durante periodi di sofferenza o di frustrazione dei desideri. 

Iccha shakti, il potere della volontà divina, accresce la nostra forza di volontà, rendendoci più semplice praticare la sadhana yoghica, rimanere concentrati su stati sottili durante la meditazione, e anche mantenere la concentrazione sulle attività quotidiane nonostante le distrazioni. Può condurti in stato meditativo o svegliarti al mattino presto per suggerirti che è ora di alzarsi e meditare. Può inviarti linee guida e la consapevolezza di quali siano buone o cattive azioni, movimenti di coscienza o grandi intuizioni. Seguendo questi segnali e osservandone i risultati puoi imparare a distinguerli dagli ordinari movimenti mentali o emozionali. 

Jnana shakti, il potere della conoscenza e della saggezza, apporta intuizione, comprensione e discernimento di ciò che è vero. Questo ti rende capace di distinguere le limitate identità del sé dalla consapevolezza dell’Io. Rivela i significati delle nostre esperienze, apporta istruzioni interiori, realizzazioni e soluzioni, Risponde alle nostre domande e ci aiuta a riconoscere ciò che è Vero. 

È importante riconoscere, onorare e rispettare quella forma di kundalini shakti che, tra quelle appena elencate, si manifesta più frequentemente in te. È possibile che una sia presente spesso e che le altre lo siano raramente o mai. Focalizzati su quelle che si manifestano spesso e contemplane significato, tempistiche e sincronicità. Considerale segnali direzionali, portali verso stati più profondi. Per esempio, se vedi un leggero bagliore dietro agli occhi, concentrati su questa luce e diventa tu stesso tale luce. Pensa a te stesso come 

Consapevolezza, Essere o Beatitudine. Andando in profondità, le forme si dissolvono nel silenzio, nella fonte. Patanjali chiama alcune di loro “parjnata” nel primo Pada degli Yoga Sutra, ovvero intuizioni, risultato della fusione tra stati superiori di coscienza e la mente, che interrompono la prima fase di samprajnata samadhi. 

Invocare la presenza del Guru e abbandonare 

Ripetendo il mantra “Om Kriya Babaji Nama Aum” prima di iniziare la propria pratica di Kriya Kundalini Pranayama e Dhyana esprime la tua aspirazione ad allinearti alla volontà del tuo Sé superiore. Ricordando che “il Guru, Dio e il Sé sono uno”, puoi allineare la tua volontà e coscienza individuale a Ciò che ti guiderà oltre i cinque agenti di maya: l’illusione della mente di essere limitato in potere e conoscenza o da tempo, karma e desideri. 

Quando finisci una sessione di pratica, puoi facilitare l’equanimità nelle ore successive ripetendo “Non la mia volontà, ma la Tua sia fatta”. Questa equanimità è il mezzo per abbandonare la prospettiva egoistica e abbracciare la prospettiva del Testimone. Se le esperienze straordinarie e le intuizioni ottenute dal manifestarsi di queste diverse shakti possono apportare orientamento e motivazione, le stesse sono limitate dal bisogno della mente di intervenire. 

Perciò è solo nel momento in cui abbandoni il desiderio o perfino la necessità di desiderare che la mente cade silenziosamente nel samadhi e ti avvicini a una Auto-realizzazione stabile e permanente, asamprajnata samadhi. Entrando ripetutamente nel silenzio, i “semi” dei desideri del subconscio, degli attaccamenti e delle avversioni vengono liberati e si arrendono alla luce dell’Auto-consapevolezza. Quando questo processo di purificazione del subconscio è completo, si ha il “nirbija” samadhi, “privo di semi”. Fino ad allora, tutte queste esperienze posso fungere da segnaletica lungo la strada. Non ti accontentare di esse, per quanto piacevoli o interessanti possano essere! Continua ad avanzare, continua ad abbandonare. 

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